giovedì 23 maggio 2013

La signora


La signora

La notte s'era fatta alta
ed il buio
abbracciava la grande casa.
Fuori la pioggia
scandiva i secondi
alimentando il buio.
La signora
stava seduta al tavolo
e scrutava, ascoltandolo,
gli occhi
del giovane parlatore.
Era un tipo strano
che parea distratto,
confuso
dal suo stesso raccontare.
Poteva apparir svagato
ma era attento e vigile.
Parlava un po'
e poi lasciava spazio...
Si lasciava guardare
ma poi spiava a sua volta.
Elegante
nei tratti del viso,
la donna faceva trasparire
un'eleganza
ch'era appunto di signora.
Una semplice maglia rossa
con scialle nero
lavorato a mano
e cosparso di fori disegnati,
dal ferro esperto
di chissa' qual sarta sopraffina.
Ed attraeva il giovane
il collo a vi,
la qual già pronunciata apertura
s‘allargava ancor di piu'
poiche' la donna
aveva un seno pieno,
abbondante e procace,
tanto da tender le fibre
del maglion
color della passione.
E furono a visitar
la grande casa,
mentre la notte
parea lunga
da allontanar il giorno.
E vide abiti lussuosi,
antri scuri e tenebrosi
e ne fu ammaliato,
lui che aveva lo spirito
dell'artista
che si nutre del vedere.
E ricordo'
d'aver veduto un letto
di ferro battuto,
dentro ad una stanza,
occultato dalla tenda in raso.
Lo ricordo',
poiche' all'ora giusta
torno' alla sua dimora,
prendendo a immaginare,
appuntando
sul quaderno del poeta
che s’illudeva  d'essere,
ogni singola pillola fantasiosa
portata dalla mente,
istigata da memoria
furba e truffaldina,
talvolta ostinata
nel cercar demoniache trasgressioni
che eran parte
del suo esser godurioso.
E ne usci'
una scena da film vanziniano
dai contorni boccacceschi
o forse di Steno.
Una donna ai piedi
d'un letto antico
ed un uomo
disteso a torso nudo,
su quel morbido tavolo
in cui Morfeo
lasciava talvolta spazio
agli Dei della lussuria.
Fu un attimo
veder quella figura
di donna provocante,
avvolta in pelliccia d'ermellino,
pomposa e a largi manicotti,
aprirsi al suo sguardo
nel tempo rapido e fuggente,
in cui ella prese i lembi
della chiusa sbottonata
e con colpo da femmina maestra,
apri' al mondo
del bencapitato giovane,
curvilinee forme d'abbondanza
e qual'altro tratto
di pelle e carne compiacevole...
Fu così
che la virgulta penna
del poeta godurioso
appunto' sul quadernetto
versi intensi e goderecci
d'amator provetto.

Nessun commento:

Posta un commento