La
signora
La
notte s'era fatta alta
ed il
buio
abbracciava
la grande casa.
Fuori
la pioggia
scandiva
i secondi
alimentando
il buio.
La
signora
stava seduta
al tavolo
e scrutava,
ascoltandolo,
gli occhi
del giovane
parlatore.
Era un
tipo strano
che parea
distratto,
confuso
dal suo
stesso raccontare.
Poteva
apparir svagato
ma era
attento e vigile.
Parlava
un po'
e poi
lasciava spazio...
Si
lasciava guardare
ma poi
spiava a sua volta.
Elegante
nei tratti
del viso,
la donna
faceva trasparire
un'eleganza
ch'era appunto
di signora.
Una
semplice maglia rossa
con scialle
nero
lavorato
a mano
e cosparso
di fori disegnati,
dal ferro
esperto
di chissa'
qual sarta sopraffina.
Ed
attraeva il giovane
il collo
a vi,
la qual
già pronunciata apertura
s‘allargava
ancor di piu'
poiche'
la donna
aveva un
seno pieno,
abbondante
e procace,
tanto da
tender le fibre
del maglion
color della
passione.
E
furono a visitar
la grande
casa,
mentre la
notte
parea lunga
da allontanar
il giorno.
E vide
abiti lussuosi,
antri
scuri e tenebrosi
e ne fu
ammaliato,
lui che
aveva lo spirito
dell'artista
che si
nutre del vedere.
E
ricordo'
d'aver veduto
un letto
di ferro
battuto,
dentro ad
una stanza,
occultato
dalla tenda in raso.
Lo ricordo',
poiche'
all'ora giusta
torno' alla
sua dimora,
prendendo
a immaginare,
appuntando
sul quaderno
del poeta
che s’illudeva
d'essere,
ogni singola
pillola fantasiosa
portata
dalla mente,
istigata
da memoria
furba e
truffaldina,
talvolta
ostinata
nel cercar
demoniache trasgressioni
che eran
parte
del suo
esser godurioso.
E ne
usci'
una scena
da film vanziniano
dai contorni
boccacceschi
o forse
di Steno.
Una
donna ai piedi
d'un letto
antico
ed un
uomo
disteso
a torso nudo,
su quel
morbido tavolo
in cui
Morfeo
lasciava
talvolta spazio
agli Dei
della lussuria.
Fu un
attimo
veder quella
figura
di donna
provocante,
avvolta
in pelliccia d'ermellino,
pomposa
e a largi manicotti,
aprirsi
al suo sguardo
nel tempo
rapido e fuggente,
in cui
ella prese i lembi
della chiusa
sbottonata
e con
colpo da femmina maestra,
apri' al
mondo
del bencapitato
giovane,
curvilinee
forme d'abbondanza
e qual'altro
tratto
di pelle
e carne compiacevole...
Fu così
che la
virgulta penna
del poeta
godurioso
appunto'
sul quadernetto
versi intensi
e goderecci
d'amator
provetto.
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